Il Papa: Meno attenzione agli schermi e più alle persone

Rafael Luquín

“Guardare meno gli schermi e guardarci di più negli occhi”: con queste parole, Papa Francesco ha iniziato il messaggio con cui invita il mondo intero, mese dopo mese, a unirsi in preghiera con la stessa intenzione; questa volta, in aprile, “per l’uso delle nuove tecnologie”.

In meno di due minuti, attraverso un’iniziativa nata nel 2016 e che si è posizionata come “Il Video del Papa”, il Santo Padre fa una forte critica al modo in cui l’essere umano usa – o usiamo? – oggi la tecnologia: “Se trascorriamo più tempo con il cellulare che con le persone, qualcosa non va. Lo schermo ci fa dimenticare che dietro ci sono persone reali che respirano, ridono e piangono”.

Non è la prima volta che la Chiesa si esprime su questo tema. Lo stesso Papa Francesco ne ha parlato in numerose occasioni, in messaggi, udienze e catechesi, e persino in occasione del G7 del 2024. Ha sempre sottolineato l’importanza di usare bene la tecnologia e soprattutto di usarla in modo responsabile, una responsabilità che è nostra (delle persone), non delle macchine, né della tecnologia o dell’IA: “È vero, la tecnologia è frutto dell’intelligenza che Dio ci ha donato. Ma bisogna usarla bene. Non può avvantaggiare solo alcuni, mentre altri restano esclusi”.

Anche nella recente “Antiqua et Nova”, la pubblicazione reciproca dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e quello per la Cultura e l’Educazione, si avverte che se l’essere umano non assume con responsabilità l’uso della tecnologia, in particolare dell’Intelligenza Artificiale, può diventare “schiavo della propria opera”. Al contrario, la chiave sta nel saper usare tutto ciò che abbiamo a disposizione per rendere la nostra vita una vita più degna per tutti, una vita autenticamente umana.

E in questo tema della dignità umana, il basto Magistero di Papa Francesco è una cattedra completissima sulla Dottrina Sociale nell’epoca attuale, che, nel video messaggio di questo mese di aprile, sintetizza in poche parole: “Cosa dobbiamo fare allora? Usare la tecnologia per unire, non per dividere. Per aiutare i poveri. Per migliorare la vita dei malati e delle persone diversamente abili. Usare la tecnologia per prenderci cura della nostra casa comune. Per incontrarci come fratelli”.

Così, il Santo Padre invita tutti noi, attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, a pregare “perché l’uso delle nuove tecnologie non sostituisca le relazioni umane, rispetti la dignità delle persone e aiuti ad affrontare le crisi del nostro tempo”.

Così spesso, dietro il risentimento e la rabbia, vediamo nell’altro un nemico; dietro le maschere nascondiamo vuoti e mancanze, e oggi, dietro gli schermi, possiamo mostrare indifferenza, violenza e manipolazione. Tuttavia, se ci lasciamo alle spalle tutto questo, e come ci dice il Papa, se ci guardiamo negli occhi scopriremo “ciò che conta davvero: siamo fratelli, sorelle, figli dello stesso Padre”.