Patrik Mitura
La Slovacchia stava vivendo uno dei momenti più toccanti della sua storia spirituale. A Levoča – la più grande città mariana di pellegrinaggio del Paese – arrivò un pellegrino da Roma, il Santo Padre Giovanni Paolo II. Salì sul colle mariano, da secoli luogo di preghiera e di venerazione per la Vergine Maria. La sua presenza divenne una luce indimenticabile per le centinaia di migliaia di fedeli che si riunirono nel cuore di Spiš in questa occasione.

Era il 3 luglio 1995. Un giorno che ha unito oltre 650.000 pellegrini provenienti da tutta la Slovacchia e dall’estero. La visita del Santo Padre guidò la nazione a una rinascita spirituale dopo i difficili anni del totalitarismo. La Santa Messa celebrata da Giovanni Paolo II all’aperto a Mariánská ha avuto una forte carica spirituale. Nell’omelia, il Papa si è rivolto ai fedeli con un profondo messaggio di fede e di speranza, basandosi sulle parole di Santa Elisabetta del Vangelo di Luca: “Beata colei che ha creduto che si sarebbe compiuto ciò che il Signore le aveva detto”. In queste parole ha visto il fondamento della forza spirituale della Madonna e ha invitato tutti i presenti a seguire il cammino della fiducia nelle promesse di Dio.
“Questo luogo è un simbolo della fede viva del popolo slovacco ”, ha detto il Santo Padre. “Qui, sul Monte Mariano, generazioni di pellegrini si sono riunite per secoli per camminare con Maria verso Gesù. Non dimenticate che Maria è la Madre della Speranza e la Regina della Pace”. Il Papa è arrivato al Monte Mariano in una semplice jeep papale, camminando lentamente tra la folla di persone che sventolavano rosari, bandiere e lacrime agli occhi. A un certo punto, quando l’auto si è fermata ed egli ha benedetto le persone riunite, c’è stato un silenzio così profondo che solo la brezza poteva essere udita attraverso gli alberi.
Una testimonianza personale
La signora Helena di Poprad ricorda questo momento con emozione anche dopo trent’anni. “Ho camminato tutta la notte fino a Marianska Gora. All’epoca ero una giovane madre e portavo nel cuore molte domande. Quando ho visto il Santo Padre, le lacrime mi hanno inondato gli occhi. Ho sentito che Dio mi aveva toccato personalmente attraverso di lui. E quando ha detto che non dobbiamo avere paura di aprire i nostri cuori a Cristo, ho sentito che stava parlando direttamente a me con quelle parole”.
Nel contesto della recente liberazione dal regime comunista, la sua voce ha avuto un peso ancora maggiore. Ha ricordato ai fedeli che la libertà non è solo un dono, ma anche un impegno – verso la verità, la fede, il prossimo: “usate la libertà che avete conquistato con saggezza – per costruire un futuro migliore, radicato nei valori cristiani“.
La presenza di Giovanni Paolo II a Levoca non è stata solo un evento, ma un dono. Negli occhi dei fedeli si potevano scorgere lacrime di commozione, gioia, ma anche decisioni silenziose di cambiare la propria vita. Non solo è stata celebrata la Santa Messa sul monte mariano, ma è nata anche la speranza di un nuovo inizio spirituale del Paese.
Nel luogo in cui il Santo Padre celebrò la Messa durante la sua visita, ancora oggi si trova un’alta croce di legno a ricordo di questo importante evento spirituale. Inoltre, la strada che porta da Levoča alla Basilica sulla Collina dei Mari è fiancheggiata da tigli e si chiama Viale Giovanni Paolo II. Questo viale è stato chiamato in suo onore in occasione del 10° anniversario della visita del Papa nel 2005. Il viale contiene anche cinque cappelle minori che commemorano persone ed eventi della vita della Vergine Maria.
Oggi, a quasi tre decenni da questo momento storico, un segno indelebile rimane nel cuore dei fedeli. Per dirla con le parole di San Giovanni Paolo II. Sono ancora vive oggi, sia come sfida che come incoraggiamento. Ogni visita al Monte Mariano è un ritorno non solo alla Madre di Dio, ma anche alla memoria del santo pellegrino che ci ha insegnato a credere, ad amare e a non avere paura. E forse anche oggi, nel silenzio tra gli alberi, si può sentire quella voce familiare che incoraggia: “Non abbiate paura! Spalanca la porta a Cristo!”
Quest’anno, che è l’Anno giubilare della speranza e segna anche il 30° anniversario di questa visita “santa”, si celebrerà dal 30 giugno al 6 luglio. Culminerà con una Santa Messa solenne celebrata da S.E. Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero per i Vescovi.