Santo subito?

Patrik Mitura

Durante il suo pontificato, Papa Francesco ha smosso le acque della Chiesa. È diventato amato e odiato; i suoi gesti, la sua apertura e il suo impegno per le riforme hanno suscitato non solo ammirazione, ma anche forte opposizione. Dopo la sua morte, sorge la domanda: Francesco merita di essere dichiarato santo o è troppo presto?

La canonizzazione non significa solo che qualcuno ha vissuto una “vita buona”. È una dichiarazione che una persona ha raggiunto un livello morale e spirituale superiore, che è di esempio per gli altri. Per la canonizzazione ufficiale sono necessari due passaggi fondamentali: la conferma delle virtù eroiche (che significa l’iscrizione nell’elenco dei santi) e il riconoscimento di un miracolo attribuito all’intercessione di questa persona.

Francesco, però, non era solo un “leader”. Per poter essere considerato santo, è necessario valutare anche il suo impatto a lungo termine. Alcuni sostengono che Francesco sia “santo subito”: la sua vita è piena di prove di amore, umanità e desiderio quotidiano di santità. 

La rivoluzione nella Chiesa: le azioni controverse di Francesco

Papa Francesco è stato un leader che fin dal primo giorno ha cercato di cambiare l’immagine della Chiesa. “La Chiesa doveva mostrare nuovamente la sua bellezza e il suo fascino, non doveva dimenticare di essere un ospedale per i malati”, ha affermato. La Chiesa non doveva essere solo un luogo di dottrina e tradizioni, ma anche un luogo di empatia, aiuto e comprensione per tutti, dove l’uomo con il suo cuore fragile era al primo posto. Questo cambiamento di rotta non è stato però privo di conflitti. Alcune delle sue iniziative, come l’apertura del dibattito sul divorzio, sulle coppie omosessuali e sulla posizione delle donne nella Chiesa, hanno suscitato forti reazioni.

Francesco si è anche dimostrato un riformatore coraggioso quando ha deciso di intervenire nella gerarchia interna della Chiesa e di opporsi agli abusi di potere e agli scandali sessuali che hanno scosso le fondamenta stesse della comunità cattolica. Il suo Motu Proprio Vos Estis Lux Mundi e l’istituzione di varie commissioni hanno dimostrato che questo papa è disposto ad andare contro i potenti della Chiesa in nome della giustizia. 

Amava i più fragili e i fragili amavano lui

Uno degli aspetti più significativi del pontificato di Francesco è stato il suo impegno personale nei confronti delle persone emarginate dalla società. Il suo amore per i più fragili – i senzatetto, i rifugiati, i malati e gli abbandonati – non era solo a parole, ma si traduceva in azioni concrete. Francesco ha rifiutato la gerarchia ecclesiastica orientata al lusso e ha preferito la via dell’umiltà. I fragili lo amano perché capisce il loro dolore. Lo abbiamo visto, ad esempio, quando ha lasciato l’ospedale, poi durante la convalescenza in occasione del Giubileo dei malati il 6 aprile, quando è venuto a salutare i pellegrini alla fine della Santa Messa, e anche il giorno prima della sua morte, durante l’ultimo Urbi et Orbi, dove ha impartito la benedizione apostolica.

Francesco ha portato una nuova visione nella Chiesa e ha stimolato un dibattito globale su nuove questioni. Per ora possiamo solo aspettare e vedere come il suo contributo e la sua eredità si svilupperanno nel corso del tempo all’interno della Chiesa.