La figura del sacerdote, secondo papa Francesco

Bohdan Luhovyi

Dal 17 al 19 febbraio 2022 si è svolto a Roma il Simposio Internazionale “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, nel quale Papa Francesco ha espresso una visione personale di ciò che dà forma al volto di un pastore nella Chiesa.

Nel mondo attuale sembra essenziale che ogni sacerdote conosca bene qual è la sua missione nel mondo. Papa Francesco richiama l’attenzione su questo fatto e presenta quattro suggerimenti che danno al sacerdote stabilità personale: “Vicinanza a Dio, al vescovo, tra i presbiteri e al popolo”.

Durante la sua vita, papa Francesco ha incontrato e accompagnato sacerdoti che avevano perso il fuoco del loro primo amore, e il loro ministero si è trasformato in una ripetizione di azioni, senza senso. Il Papa sottolinea che il sacerdote sta vivendo diverse sfide e prove nella sua vita. È importante per lui rimanere in pace durante queste prove. Queste sfide sono anche legate alla crisi causata dalla mancanza di zelo apostolico nelle parrocchie. Il sacerdote deve avere passione, il desiderio di portare Cristo agli altri ed essere sempre in preghiera.

Il Papa dice che per il sacerdote il fattore decisivo della sua vita è il solido fondamento di Cristo, su cui tutto si basa. “In lui – cioè in Cristo – tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore”. Il dramma di oggi è che i sacerdoti non capiscono l’importante: anche loro devono essere evangelizzati per poter condurre nella scienza alla salvezza degli altri.

Chiarisce Francesco che la logica delle vicinanze, consente al sacerdote “di rompere ogni tentazione di chiusura, di autogiustificazione e di fare una vita “da scapolo”, o da scapolone”, perché invita a fare appello agli altri “per trovare la via che conduce alla verità e alla vita”. Un prete non è uno scapolo.

Sacerdote è colui che aiuta le altre persone a sopportare le loro sofferenze, che è vicino alla gente. Secondo il Papa Francesco la vicinanza “vuole che tocchiamo la miseria umana”, e conosciamo “la forza della tenerezza”. Questa vicinanza, come le altre, invita, anzi “esige”, di “portare avanti lo stile del Signore”, fatto “di compassione e di tenerezza, perché capace di camminare non come un giudice ma come il Buon Samaritano”. Come colui che “riconosce le ferite del suo popolo”, i sacrifici “di tanti padri e madri per mandare avanti le loro famiglie, e anche le conseguenze della violenza, della corruzione e dell’indifferenza”.