Il mondo digitale alla prova delle nuove regolamentazioni

Angelo Muecheno

Ad ottobre era stato il presidente Biden ad emettere un “ordine esecutivo” per regolamentare l’intelligenza artificiale. L’Unione Europea ha ora adottato regolamenti su una gamma più ampia di argomenti, come la gestione e l’organizzazione dei dati nei mercati e nei servizi digitali, la sicurezza informatica e anche l’intelligenza artificiale. Lo stesso stanno facendo numerosi paesi che cercano di stabilire regole nazionali.

Si tratta di sistemi di controllo resi necessari dalla mancanza di vigilanza sulla diffusione di notizie incontrollate, le famose fake news, o dall’utilizzo di notizie in modo arbitrario o di materiale che è stato trovato in rete, a volte senza rispettare le norme sul “copyright”; o ancora per impedire la commercializzazione dei dati raccolti dagli operatori attraverso studi effettuati sul comportamento di alcuni utenti a fini commerciali.

Secondo la Commissione europea, con le nuove regole, “i consumatori avranno maggiori e migliori servizi tra cui scegliere, maggiori opportunità di cambiare fornitore se lo desiderano, accesso diretto ai servizi e prezzi più equi”.  Allo stesso tempo, ha iniziato a entrare in vigore anche la legge sui servizi digitali, volta a combattere i contenuti illeciti online. Gli utenti europei hanno acquisito nuovi strumenti per segnalare i contenuti tossici.

Fin dall’inizio dello sviluppo di Internet stesso, gli stati hanno cercato di promuovere la creazione di un istituto di regolamentazione globale privato, la “Internet Corporation for Assigned Names and Numbers” (ICANN), una società senza scopo di lucro che negli ultimi anni ha operato, seppur in aree ristrette, come regolatore globale, senza imporsi sui colossi, ma garantendo il buon sviluppo della rete. Oggi, queste norme nazionali e sovranazionali mirano a proteggere i diritti fondamentali e i valori costituzionali, come la privacy e la concorrenza, e mirano anche a stabilire responsabilità e licenze. Ad esempio, il governo italiano sta attualmente regolamentando l’intelligenza artificiale e riconoscendo anche due organismi esistenti come autorità nazionali.

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